La “rugiada” non invalida la S.Messa

La “rugiada” non invalida la S.Messa

Sono stati resi noti alcuni cambiamenti dell’ordinario della Messa, presenti nella nuova traduzione del Messale Romano. Ora, essendo trapelato che uno dei cambiamenti è la sostituzione, nell’epiclesi della preghiera eucaristica II, della locuzione “effusione del Tuo Spirito” con “rugiada del tuo Spirito”, non è mancato chi ha fatto del terrorismo psicologico; diceva S. Teresa d’Avila che la più grande vittoria che il demonio può conseguire su un’anima e quella di non farle fare la S. Comunione; purtroppo c’è chi asseconda il diavolo in questo senso, aggiungendo sofismi a sofismi, falsi argomenti a falsi argomenti, e così ingannando anime buone, e inducendole a non partecipare a siffatte celebrazioni.

Di fronte a tanta ignoranza presuntuosa, commento il fatto della nuova traduzione nei seguenti termini:

1) Nel 1969 è entrato in vigore il nuovo Messale con quattro preghiere eucaristiche; ovviamente il testo originale era in latino e poi è stato tradotto in italiano e nelle varie lingue nazionali. Il testo latino del 1968 aveva già il termine “rugiada” riferito allo Spirito Santo: “Haec ergo dona quaesumus, Spiritus tui rore sanctifica” = “santifica questi doni con la rugiada dello Spirit””; quindi la “rugiada”non è una novità; chi celebra in latino usa già “rugiada” da 50 anni e oltre.

2) Se qualcuno obbietta che lo Spirito Santo non è una “rugiada”, sappia che in teologia e nel testo Sacro esiste quella che viene detta “analogia di proporzionalità metaforica”. Anche Gesù ha usato questa analogia quando disse ad esempio “quella volpe di Erode”, “guardatevi dal lievito dei farisei”, senza mai pensare che Erode fosse una bestia e i farisei cattivi fornai.

3) E, a proposito di rugiada, in Avvento si canta “Rorate caeli desuper, et nubes pluant iustum” (Is 45,8 = “Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia”), riferendosi al Messia, a Nostro Signore Gesù Cristo; e chi lo ha cantato per secoli non era ariano, e neppure lo era Isaia!

L’analogia è quando un termine viene predicato di due soggetti, in parte nello stesso senso e in parte in senso diverso: Il Messia non è una “cosa”, ma analogamente alla rugiada, porta refrigerio all’umanità nello stato di peccato e all’anima desolata, che è “come terra deserta arida, senz’acqua” (Sal 63,2).

4) Ricordiamoci che l’essenziale della Messa, cioè ciò che la rende valida o meno, sono esclusivamente 1) le parole “questo è il mio corpo – questo è il mio sangue”, 2) pronunciate con l’intenzione almeno implicita di fare ciò che fa la Chiesa, 3) sulla materia che è il pane e il vino.

Fatte salve le suddette cose, possono esserci Messe illecite, sacrileghe, pessime, fuorvianti, che fanno soffrire Gesù, ma valide.

Validità, fruttuosità, liceità, sono tre concetti diversi.

In conclusione: se una  Messa viene celebrata devotamente (penso ad esempio alle S. Messe trasmesse da Radio Maria), pur se vengono usate le parola “rugiada”, il nuovo Pater, etc., la S Messa è valida e si può fare la S. Comunione con frutto.

Ciò non toglie che le nuove traduzioni del Pater e del Gloria etc. non siano pessime… ma è dalla sera del giovedì santo che il diavolo lotta contro la Messa:  i malvagi fanno il loro mestiere.

Ma ricordiamoci che il più grande attacco alla S. Messa è stato portato non con questi pur infelici ritocchi, ma con la riforma liturgica; nel nuovo rito ci troviamo di fronte, al dire del Breve esame critico del Novus Ordo Missae, presentato a suo tempo dai Cardinali Ottaviani e Bacci, ad un “allontanamento dalla teologia tridentina della Messa”: allontanamento che rende il Novus Ordo senz’altro molto peggiore del Vetus, ma, grazie – e solo grazie – all’assistenza dello Spirito Santo e alle promesse del Salvatore, questo allontanamento non rende la Messa cattiva in sé o tale che non ci si possa più andare.

In ogni caso, consiglio sempre di andare alla Messa celebrata nella Forma Extra-ordinaria (Messa di sempre o di S. Pio V o Tridentina) e in piena comunione con la Chiesa Cattolica, ma di non perdere la Messa o la possibilità di comunicarsi, quando non c’è altra possibilità se non il Novus Ordo.

Dicevo che oggi il vero problema non sono i pur infelici ritocchi alla Messa: Il problema, l’unico problema è: “Cosa sto facendo io per essere parte del Calcagno dell’Immacolata e permetterle di schiacciare fin da subito, anche servendosi di me, la testa al serpente? Sono totalmente a disposizione dell’Immacolata?”

Mi vengono in mente le parole del Salmo 81

Ps 81, 9 Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; Israele, se tu mi ascoltassi!

[…]

14 Se il mio popolo mi ascoltasse, se Israele camminasse per le mie vie!

15        Subito piegherei i suoi nemici

            e contro i suoi avversari porterei la mia mano.

16        I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi

            e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;

17        li nutrirei con fiore di frumento,

            li sazierei con miele di roccia»